Assistente alla comunicazione per i sordi: una figura scolastica fondamentale

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Assistente alla comunicazione per i sordi

Siamo ripartiti ufficialmente: dal lavoro alle attività ricreative, fino ovviamente alla scuola. Quest’anno poi, in particolar modo il sapore è quello di un “doppio” inizio, perché i fili da riallacciare sono davvero tanti. Il repentino lockdown iniziato nel marzo scorso infatti ha lasciato nelle menti di ognuno di noi segni ancora molto vividi, che sicuramente avranno bisogno di parecchio tempo perché si possano rimarginare del tutto. Questo vale per persone di ogni fascia di età. Ma è sicuramente doveroso rivolgere un occhio di riguardo a bambini ed adolescenti, nei quali la chiusura improvvisa delle scuole ha provocato disagi e malesseri rilevanti, che ancora sono in fase di studio. La riapertura scuole è infatti un argomento a dir poco ridondante in queste settimane. Al netto di legittime opinioni personali e di ponderate valutazioni mediche, quello che preme davvero a noi di Agenzia UnipolSai 60099 è fornire informazioni e sostegno ai genitori di bambini e ragazzi con problemi all’udito. Per questo oggi vorremmo parlarti nello specifico di una figura professionale estremamente utile in questo campo: quella dell’assistente alla comunicazione. Professionalità ormai riconosciuta e dalle potenzialità davvero numerose! 

Scopriamo insieme questa figura professionale!

L’assistente alla comunicazione (chiamato anche AsCo) è una figura professionale specializzata, riconosciuta dalla Legge 104 del 05/02/1992. Il suo principale ruolo è quello di fare da intermediario tra le famiglie e gli altri professionisti socio-sanitari e del corpo insegnanti. Con il fine ultimo di creare inclusione socio-didattica per tutti gli alunni che presentano disabilità cognitive o sensoriali. Nel corso dei decenni infatti, come già abbiamo avuto modo di accennare in questo articolo, il modo di vedere ed approcciarsi agli studenti sordi è profondamente mutato. Questo perché ormai da molti anni è stato avviato un lento processo di consapevolezza e di informazione, che parte proprio dalla didattica e dall’ambiente scolastico. Le famiglie quindi non si sentono più isolate, ma parte di un “team” di professionisti che collaborano per le crescita sociale e culturale del bambino. E che ha reso nello stesso tempo i ragazzini, integrati fin dalla più tenera età nel gruppo dei loro coetanei.

Assistente alla comunicazione per i sordi: una figura scolastica fondamentale

Un insegnante di sostegno molto particolare

Educatore nelle scuole come fare per diventarlo

Di contro dobbiamo sicuramente farti presente come a livello legislativo e pratico la situazione non sia ancora pienamente regolamentata (ad esempio ti consigliamo la lettura dell’esperienza diretta di un’assistente alla comunicazione, da cui traspaiono proprio l’entusiasmo di cui ti parlavamo prima, unito però alla frustrazione di un inquadramento professionale ancora solo parziale). Infatti questo è purtroppo un campo in cui regna ancora un po’ di confusione, parlando di un’univocità pienamente riconosciuta su tutto il territorio italiano. Ciò accade perché il percorso scolastico per ottenere questo titolo è tutt’oggi differente, in base alla Regione in cui si andrà ad operare. Le modalità sono infatti molto varie:

  • in alcuni casi si richiedono corsi post-diploma
  • altre volte post-laurea
  • in alcune realtà invece sono previsti corsi specifici, pensati e studiati appositamente per chi vuole lavorare con persone sorde o ipoudenti

Pensa che ad oggi addirittura non esiste neppure un unico nome con cui riferirsi a questa professione, spesso chiamato semplicemente “educatore scolastico”.

Un percorso da tutelare e valorizzare a pieno

Proprio per la mancanza di una vera e propria riconoscibilità a livello nazionale, appare ovvio che anche dal lato pratico, questa figura possa venire inquadrata in molti modi diversi. In base alla Regione, alla Provincia, addirittura all’ente utilizzatore finale l’assistente può essere assunto da organismi pubblici, privati, o persino dalle singole famiglie. Così come pure l’inquadramento contrattuale e retributivo è davvero molto (troppo!) variabile.

Educatore a scuola cosa fa?

Allo stesso modo non esistono purtroppo vere e propri programmi ministeriali a cui questo professionista debba attenersi, soprattutto perché molto spesso l’assistente alla comunicazione si ritrova ad iniziare il proprio percorso educativo ad anno scolastico già avviato. A causa dei ritardi frequenti con cui vengono approvati i fondi che nei bilanci sono dedicate a tali figure.

Il grande obiettivo: una scuola più inclusiva

Cosa è stato già fatto in Italia? Tanto, ma puntiamo sempre a migliorare!

I passi per raggiungere una vera e proficua (per tutti!) inclusione sono ancora tanti, da fare. Anche se sicuramente la strada e i mezzi per arrivarci si sono moltiplicati nel giro di pochi decenni. Infatti nel nostro Paese la percezione sociale di disabilità sensoriali come la sordità è ormai considerata familiare dalla maggior parte delle persone. Grazie ad esperienze individuali e parentali dirette, sicuramente. Ma anche per merito della presenza sempre più attiva sul territorio di associazioni private ed organismi pubblici, che promuovono costantemente sul territorio la conoscenza e la partecipazioni ad eventi e manifestazioni di risonanza nazionale ed internazionale (pensa ad esempio alle Olimpiadi per i Sordi o alla Settimana Internazionale del Sordo appena conclusa). Il percorso è già tracciato e ben visibile: dobbiamo solo cercare di percorrerlo tutti insieme!

La scuola italiana: sempre più accogliente e inclusiva

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