Alla base della socialità: il senso dell’udito!
Ora che la nostra vita al di fuori dalle mura domestiche ha ripreso un po’ i colori della normalità tutti noi stiamo cercando di riprendere le nostre abitudini sociali da dove le abbiamo lasciate, pur con i dovuti accorgimenti. Ora più che mai l’importanza della convivialità è infatti sotto gli occhi di tutti: per questo abbiamo pensato di mostrarti nel dettaglio come funziona uno dei sensi che più ci servono nell’interazione con gli altri: l’udito.
L’udito: il senso alla base della socialità
Studi ormai ampiamente riconosciuti hanno dimostrato come l’udito – forse più che tutti gli altri nostri sensi – sia capace di incidere profondamente sulla nostra capacità di stare serenamente in compagnia degli altri e di muoverci autonomamente nel mondo circostante. Di goderci insomma una socialità sana e piena.
Molto spesso infatti i normoudenti tendono a sottovalutare un deficit di questo tipo, che di fatto non comporta un impatto visivo immediato. Un esempio è quello di entrare in una stanza dove è presente una persona non vedente: immediatamente negli altri presenti scatta una modalità di collaborazione e di consapevolezza che porta a prendere atto della sua difficoltà ed eventualmente ad aiutarla.
Questo meccanismo istintivo non sempre si verifica invece con persone non udenti – almeno di primo acchito – perché in questo caso il deficit non è manifesto. Spesso inoltre, e in questo caso pensiamo soprattutto a persone che stanno diventando anziane, il problema della perdita dell’udito viene minimizzato e vissuto con un sensazione simile alla vergogna.
La persona interessata cercherà quindi di evitare i luoghi affollati, non chiederà all’interlocutore di ripetere ciò che non ha sentito, e così via. Arrivando così ad escludersi automaticamente da molti eventi conviviali, addirittura con la propria famiglia. Proprio questi sono i pregiudizi culturali che vanno combattuti: perché tutti noi meritiamo una vita sociale e affettiva stimolante e soddisfacente, soprattutto in questa Fase 2 di “riapertura” del nostro Paese!
Un’architettura complessa degna di un’opera d’arte
Scopriamo insieme l’anatomia dell’orecchio
L’orecchio umano è costituito essenzialmente da tre parti: esterno, medio e interno. Eccole più nel dettaglio!
- Orecchio esterno: con il padiglione e il canale uditivo
- Orecchio medio: con il timpano (e la sua membrana timpanica), e le tre piccole ossa chiamate martello, incudine e staffa
- Orecchio interno: con la coclea (e il suo liquido cocleare), le cellule sensoriali (chiamate ciliate), il sistema vestibolare (con le cellule che regolano l’equilibrio) e il nervo acustico
Come funziona il meccanismo dell’udito?
Il meccanismo dell’udito è regolato da un delicato gioco di equilibri, degno del più sofisticato degli ingranaggi: vediamolo da vicino!
Il suono entra nel canale uditivo, provocando lo spostamento della membrana del timpano, che inizia così a vibrare. Queste vibrazioni passano poi attraverso le 3 ossicina, e arrivano alla coclea. Il liquido cocleare inizia quindi a muoversi, stimolando le cellule ciliate. Queste inviano segnali neurali che il nervo acustico trasmette al cervello (una loro estremità è per i suoni gravi, l’altra per quelli acuti). Infine, il nervo acustico trasmette questi impulsi al cervello, che li riconosce come suoni.
Vari gradi di perdita dell’udito: un problema molto comune
Si calcola che oggi nella nostra moderna società industrializzata e perennemente interconnessa la percentuale di persone con problemi all’udito sia in continuo aumento. Questi disturbi possono rivelarsi estremamente subdoli, soprattutto perché la perdita potrebbe essere solo parziale a causa del naturale invecchiamento dell’individuo, oppure all’esposizione a rumori eccessivi.
Oppure ancora può essere conseguenza di terapie mediche e infezioni; come vedi le cause possono essere davvero disparate, ciò che conta è monitorare con attenzione la situazione, per far sì che non degeneri in breve tempo.
Il meccanismo dell’udito : alla base del nostro star bene con gli altri
Dai alle parole il giusto peso
Sordomutismo: un termine datato per un approccio superato
Come abbiamo già avuto modo di approfondire in precedenza, parlando della Giornata internazionale dei portatori di impianto cocleare e dell’importanza di un intervento precoce nei bambini con diagnosi di sordità (anche profonda), il fattore tempo in casi simili è davvero fondamentale. Se infatti si riescono a mettere in atto in modo tempestivo (quindi entro i primi 6-12 mesi di vita) questi 3 interventi, il recupero può essere completo:
- diagnosi precoce
- tempestiva protesizzazione
- intervento protesico-riabilitivo
Risolvendo tempestivamente il problema dato dall’assenza della lingua orale nella loro vita, questi bambini potranno sviluppare poi eccellenti abilità linguistiche. Da qui nasce il grande e ingiustificato equivoco del “sordo uguale muto”: oggi risolto dalla Legge 95/2006, che ha eliminato dalla legislazione la parola stessa “sordomuto”.
Affronta il possibile problema senza nasconderti
L’emergenza sanitaria legata al Coronavirus in Italia pare essere rientrata, almeno per il momento: approfittane allora per riprendere in mano le redini della tua vita e tutelare la tua salute. A partire dalla cura per il tuo udito: tieniti informato attraverso il nostro Magazine e informati sulle possibilità di stipulare un’assicurazione cocleare. Ti aspettiamo!
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